Una breve presentazione di chi sei?
Ciao, mi chiamo Mario Sgarbi e sono il piercer del Black Rose Tattoo.
Mi puoi trovare a Desenzano del Garda tutti i giorni dalle 11 alle 19, mentre invece il giovedì ricevo su appuntamento nella nostra sede di Brescia.
Generalmente, la domenica mi puoi trovare sul divano intento a divorare film e fumetti, le mie altre grandi passioni insieme alla body-art.
Come ti sei avvicinato al mondo dei tatuaggi e piercing?
Questo interesse lo ho da tempo immemore: durante la mia infanzia, nei primi anni 90, la mia attenzione veniva attratta da ciò che risultava alternativo rispetto alle regole sociali dell’epoca. Personaggi che esibivano tatuaggi e piercing mi incantavano: ricordo il tempo passato a fissare personaggi come Dennis Rodman, oppure i punk Londinesi visti a Carnaby Street, e successivamente, in piena adolescenza, le copertine dei dischi punk e metal piene di musicisti tatuati e con piercing a cui avrei tanto desiderato assomigliare.
Qual è stato il tuo percorso di studi e formativo per fare questo lavoro?
Terminati gli studi al Liceo Scientifico Calini (Leonardo) di Brescia con 90/100 e un anno di università indirizzo sociologia (che mi permise di evitare il servizio di leva definitivamente), trovai lavoro come operaio e cominciai finalmente a tatuarmi e farmi forare.
L’idea di lavorare nel mondo della body-art era il mio sogno, ma poco realizzabile per l’epoca. Non avevo nessuna propensione artistica o interesse nel disegno e, soprattutto, non avevo modo di imparare. Scuole non ce ne erano, e potersi specializzare soltanto nel mio interesse principale, ovvero i piercing, non mi avrebbe permesso di mantenermi in maniera autonoma.
Dieci anni più tardi, dopo essermi tatuato e forato in vari studi e aver appurato che la richiesta di piercing era perennemente in crescita, trovai un mentore disposto a prendermi come apprendista nel suo studio a Torino. Frequentavo lo studio da tempo, avendo trovato lì una tecnica e un modo di lavorare coi piercing che mi sono piaciuti molto e delle persone con cui ho avuto molto scambio culturale, che mi fece fidelizzare e diventare loro assiduo cliente.
Lasciato il lavoro di operaio, iniziai questa avventura buttandomi a capofitto nello studio di questa professione. Seguono mesi in cui di giorno svolgevo lezioni “sul campo”, in studio, e la sera lezioni teoriche, coadiuvate da libri, dispense e filmati redatti dai più grandi divulgatori della professione.
Terminati i mesi di intenso apprendistato ed effettuato un investimento iniziale, ho continuato a fare pratica in autonomia, sempre seguito a distanza dal mio mentore.
Segue una gavetta in vari studi del Nord Italia e vari corsi di aggiornamento per piercer in Italia e all’estero, come la conferenza annuale dell’associazione piercer professionisti a Las Vegas, o il meeting internazionale per piercer BMX in Germania.
Come sei arrivato a lavorare al Black Rose?
Ho iniziato a tatuarmi da Andrea Natale del Black Rose Tattoo di Desenzano (eravamo nella stessa scuola alle medie) e dopo la mia assidua frequentazione dello studio decise di darmi una possibilità di far parte del suo team (scelta di cui tutt’oggi lo ringrazio). Stare al Black Rose mi permette di svolgere la professione vicino a casa, con varie guest nelle città di Brescia e Verona. Negli anni poi ho sempre cercato di mantenermi aggiornato tramite corsi e scambio di idee con altri colleghi, con un occhio di riguardo al costante miglioramento della qualità della gioielleria e dei materiali da me utilizzati.
Dopo 3 anni dal mio arrivo, acquisto il Black Rose da Andrea, che continua a lavorare nel nostro team e avrà però più tempo disponibile da dedicare alla sua personale crescita artistica.
Dopo quasi 2 anni dal mio passaggio come proprietario, la squadra si arricchisce di nuovi validissimi elementi e lo spazio inizia a scarseggiare: tempo di nuovi spazi!
A gennaio 2020 apro la sede del Black Rose a Brescia, uno studio privato, dall’atmosfera intima, aperto solo su appuntamento.
Cosa è per te il piercing e che importanza ha?
Il piercing può essere molte cose; può essere un semplice oggetto estetico e stilistico, di abbellimento, oppure può rappresentare il significato di qualcosa di più profondo. Personalmente, più che per estetica, l’ho sempre visto come qualcosa legato a un rito tribale. Vedo la mia persona tatuata e forata come un primitivo moderno, che vive nella società di oggi senza dimenticare le dinamiche di rito di passaggio, transizione e trasformazione che scandivano la vita dei nostri antenati.
Ogni mio piercing ha una sua storia, una sua motivazione, e hanno anche ovviamente un lato estetico che mi soddisfa. Ma riconosco l’importanza fondamentale che gioca la pura e semplice estetica nel mio lavoro, anche se riesco spesso a intravedere, nei miei clienti, oltre la voglia di mostrare un bel gioiello nuovo, anche un desiderio di trasformazione e di chiusura di un capitolo della propria vita e l’inizio di una nuova fase.
Che tipo sei sul lavoro e nella vita?
Come chi mi segue sui social sa, tendo a essere poco serio nella vita di tutti i giorni! Mi piace ridere, scherzare, l’ironia e il sarcasmo, vere e proprie armi di autodifesa verso il mondo esterno. Mi piace la solitudine, guardare film, serie tv e leggere fumetti e viaggiare per vedere tutto ciò di strano e curioso che il mondo offre.
Sul lavoro invece, a dispetto delle apparenze, sono molto professionale. Mi reputo maniacale nella cura dei dettagli, dell’attenzione al cliente e soprattutto mai soddisfatto del mio livello di conoscenza e bravura raggiunti. Cerco di mantenere viva la “fame” che mi ha portato a potermi mantenere con questo mestiere!
Sono molto grato alle persone che hanno creduto in me e mi hanno dato la possibilità di fare ciò che ho sempre desiderato come lavoro.
Sono molto felice quando riesco a dare la stessa possibilità che è stata data a me a qualcuno.
Ma richiedo molto a chi lavora con me, è vero, massimo impegno e dedizione. Reputo il nostro un lavoro per cui bisogna portare il massimo rispetto per il cliente, che affida il suo corpo e la sua salute a noi, e quindi pretendo da tutti i miei collaboratori il massimo impegno e la massima attenzione.